Bianco di Pitigliano

Pitigliano

La particolarità, che prima di tutto salta agli occhi del visitatore che arriva a Pitigliano, sta senza dubbio nella sua conformazione architettonica, surreale e semplicemente fantastica. Pitigliano appare infatti arroccato su uno sperone tufaceo, dove le case sembrano nascere direttamente dalla roccia; da qui il paese domina le valli fluviali sottostanti (quelle del fiume Meleta e Lente).

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Il nome Pitigliano viene fatto risalire all’epoca romana: secondo un’antica leggenda gli fu attribuito da due esuli, “Petilio” e “Celiano”, i quali, dopo aver rubato la corona d’oro di Giove Statore dal Campidoglio di Roma, si rifugiarono sullo sperone di tufo su cui oggi sorge l’abitato per sfuggire agli inseguitori. Proprio lì, decisero di fondare una nuova città dandole il nome che sembra derivare dalla fusione dei loro nomi: da qui Pitigliano.
Gli insediamenti umani in questo “castello naturale”, hanno una storia antichissima. Le origini della città risalgono al periodo neolitico: la presenza umana di questo periodo è attestata da numerosi vani rupestri che gremiscono il masso tufaceo.
L’epoca etrusca è testimoniata dalle necropoli esistenti lungo le rive dei fiumi: si presume che la città fosse parte dell’Agro Statoniense, cioè sottoposta alla vicina Statonia, nel territorio di Sovana e Vulci. Le prime produzioni di vino risalgono proprio agli Etruschi, i quali esportavano il loro prodotto in Grecia ed in Oriente.
L’età romana è testimoniata dalla presenza di un ponte e dai resti di una Villa, alla quale possiamo collegare in un certo senso le prime “esperienze di villeggiatura”.
Dal II secolo a.C. il dominio su tutto il territorio fu assunto probabilmente dalla vicina città di Sovana che lo mantenne anche in epoca romana e durante l’alto Medioevo.
Il primo documento nel quale si parla della Pieve di Pitigliano risale al XI secolo: si tratta di una bolla papale del 27 Aprile 1061 inviata da Papa Niccolò II al Preposto del Capitolo della Cattedrale di Sovana.
Nel XII secolo Pitigliano divenne progressivamente più importante, dotato come era di formidabili difese naturali. Nel 1202 la città fu eretta Contea, con un Principe Residente che prese il nome di Conte di Pitigliano, anche se la dipendenza formale da Sovana continuò fino al matrimonio di Anastasia Aldobrandeschi con il Conte Romano Orsini, nipote di Papa Niccolò IV.
Da quel momento Pitigliano divenne stabilmente sede della Contea e definitiva dimora degli Orsini; il suo graduale crescere di importanza fu parallelo ad una decadenza sempre più accentuata di Sovana.
Con il dominio degli Orsini la Contea conobbe fasi alterne, alcune piuttosto travagliate, fino a che si pose sotto la protezione del Signore di Firenze, Cosimo de’ Medici. Con l’estinzione degli Orsini, Pitigliano passò a tutti gli effetti sotto il Gran Ducato di Toscana.
I Medici edificarono monumenti e fortificazioni, ma il loro dominio non portò particolare ricchezza nella zona. Furono i Lorena che contribuirono fortemente a dare nuovo impulso economico e sociale al paese. Con il plebiscito del 1860 Pitigliano aderì al Regno d’Italia.

Di rilevante importanza nella storia di Pitigliano è da considerarsi sicuramente una massiccia presenza ebraica alla quale si deve per il paese l’appellativo di “Piccola Gerusalemme”. La presenza di una Comunità Ebraica è documentata fin dal XVI secolo. La vita della Comunità si sviluppò nel Ghetto e al centro del quartiere; all’incirca nel 1599, fu edificata la Sinagoga, oggi completamente restaurata. La convivenza con il popolo pitiglianese fu da sempre di grande integrazione. E’ testimonianza di ciò l’aiuto dato dalla popolazione pitiglianese alla comunità ebraica durante il periodo delle leggi razziali e delle persecuzioni, quando numerosi cittadini nascosero a lungo famiglie ebree nelle loro case perché sfuggissero alle deportazioni.
Strutture, ma soprattutto tradizioni della comunità ebraica (come per esempio la produzione di vino ed olio Kasher e di prodotti della cultura gastronomica ebraica) sono tutt’oggi più vivi che mai nella cultura pitiglianese.

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